Il giorno 18 ottobre di quest’anno, il programma televisivo “Tempo e Denaro”, mandato in onda su Rai 1 con la conduzione di Elisa Isoardi, ha visto come protagonista la Rsa San Giuseppe di Roma attraverso la testimonianza di alcuni sui ospiti e dipendenti, tutti attori con un ruolo di spicco sul palcoscenico della vita in comunità all’interno della residenza.

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Le Rsa e tutte e altre residenze volte a fornire all’anziano sia autosufficiente che non autosufficiente un’assistenza di tipo socio-assistenziale oltre che medico-infermieristico stanno ormai cominciando a rivestire un ruolo di sempre maggiore importanza nella vita degli Italiani over 70. In effetti, oltre il 30% degli Italiani ultra settantenni confessa di sentirsi solo all’interno del proprio ambiente domestico.

Tuttavia, purtroppo non mancano i casi in cui le residenze sanitarie assistenziali non sono luoghi di ritrovato calore umano e gioia, ma si tramutano sciaguratamente in luoghi di dolore e torture, come nel caso di una casa di cura sita nel Vercellese in cui sono state svolte delle indagini dopo previa segnalazione dei parenti di alcuni ospiti e sono emersi dei dati sconcertanti. In effetti, alcune videocamere nascoste all’interno della struttura dalle forze dell’ordine hanno ripreso atroci scene di violenza e maltrattamenti subite dagli anziani proprio da parte del personale che avrebbe dovuto assisterli e accudirli.

In netta contrapposizione a queste scene di crudeltà, tuttavia, ci viene presentato un esempio di Rsa virtuosa, ovvero la Rsa San Giuseppe di Roma che, a opinione di tutti, ospiti, parenti e personale è una struttura molto distante da un ospizio, e che, anzi, si presenta come una vera e propria casa, dove tutti sono amici e vanno d’accordo, condividendo momenti di gioia e serenità e facendosi compagnia l’un l’altro. Le innumerevoli attività nelle quali gli anziani vengono coinvolti, che vanno dal karaoke alla pittura e dal ricamo al giardinaggio, aiutano a stimolare i pazienti favorendo il loro pieno recupero anche da un punto di vista cognitivo.

Come ci spiega il Direttore Gestionale della Rsa, Luca Radicchi, infatti, è possibile migliorare sensibilmente la qualità della vita degli ospiti coinvolgendoli in svariate attività pensate ad hoc per la singola problematica in maniera da elaborare un piano assistenziale individualizzato (PAI) e proporre all’anziano la terapia occupazionale più adeguata alla sua condizione.

Ma i vantaggi di questa Rsa, ci comunica ancora Luca Radicchi, non si concludono qui, dal momento che una struttura come questa non è affatto un lusso per pochi, ma è accessibile a tutti grazie agli accreditamenti sia regionali che comunali.

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