L’Obesità infantile è una malattia e quando interessa i bambini, da molto piccoli fino a 12/14 anni, è necessario cercare di curarla correggendo, con delicatezza, il regime alimentare del bambino senza creargli stati d’ansia e cali di autostima. I nonni possono essere di grande aiuto in questo percorso, ma bisogna istruirli su quest’argomento.

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Quando si parla di obesità infantile?

Per gli adulti, la diagnosi di obesità si effettua calcolando il BMI, Body Mass Index, ovvero l’indice di massa grassa corporea. Nei bambini, o nei ragazzi in età pediatrica, per diagnosticare l’obesità infantile si utilizzano le tabelle dei percentili, che tengono conto non solo dell’altezza e del peso ma anche della fascia d’età. Fino alla pubertà conclamata, che consiste nel menarca per la bambine e nello sviluppo completo per i bambini, i piccoli devono fare i conti con i cosiddetti “scatti di crescita”, ovvero finestre temporali in cui crescono improvvisamente, in altezza e peso, nel giro di poche settimane. È comune che, durante questi fisiologici momenti di repentino cambiamento, i ragazzi possano avere molto più appetito o risultare sproporzionati, aumentando molto di peso e poi, crescendo in altezza. In questo caso, naturalmente, non si può parlare di obesità infantile né di sovrappeso ma, appunto, di scatto di crescita assolutamente normale. Per questo motivo l’obesità nei bambini non può essere un semplice rapporto tra kg e cm, ma va calcolata, considerando anche l’età: il rapporto tra questi valori dà, come risultato, il percentile. Un bambino è considerato sovrappeso od obeso quando supera il 95° percentile.

Perché i bambini diventano obesi?

L’obesità infantile è un fenomeno recente e relativo solo ai paesi industrializzati. I dati sui bimbi italiani non sono particolarmente incoraggianti, perché molti soffrono di obesità già in tenera età, quindi prima dell’inizio delle scuole elementari. Le cause sono molteplici ed i pediatri nutrizionisti le hanno identificate soprattutto in alcuni comportamenti sbagliati da parte dei genitori. Alla base dell’obesità infantile c’è, infatti, la brutta abitudine di obbligare i bambini a finire tutta la porzione di cibo che è stata loro messa nel piatto. Gli adulti non sempre hanno una percezione reale del fabbisogno calorico giornaliero di un bambino, anche e soprattutto perché questo cambia continuamente e, a causa degli scatti di crescita, ha un andamento ondulatorio. Un’altra causa di quest’aumento dell’obesità dei bambini e dei ragazzini è, sicuramente, una vita troppo sedentaria abbinata ad un’alimentazione piena di spuntini, merendine, cibi grassi e dolci quando non hanno funzione nutritiva.

Si può mettere a dieta un bambino?

Costringere un bimbo o un ragazzino a fare la dieta è, effettivamente un difficile compito. Se, da un lato, metterli a regime farà ottenere sicuramente il risultato del dimagrimento, dall’altro non li educa ad un buon rapporto col cibo. Inoltre, far capire ad un bimbo o a una bimba che devono dimagrire, perché sovrappeso, potrebbe ledere irrimediabilmente l’immagine che hanno di loro stessi, la loro sicurezza e la loro autostima, rischiando di trasformarli in adolescenti problematici da questo punto di vista. È possibile, però, anche con l’aiuto dei nonni, soprattutto se i bimbi trascorrono la giornata con loro e, quindi, anche i momenti dedicati ai pasti, attuare delle strategie per aiutarli silenziosamente.

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Come coinvolgere i nonni nell’aiuto del bambino obeso?

Per i nonni nutrire i nipoti è un atto d’amore. La maggior parte dei nonni tendono ad offrire caramelle, dolci, cibi preferiti ai propri nipotini. Far comprendere il concetto di dieta ad un nonno, effettivamente, non è sempre così semplice. È importante, quindi, affrontare con loro l’argomento con delicatezza, cercando di spiegare tutte le motivazioni di cui sopra e cercando di far capire loro che, permettere ad un bambino di ingrassare eccessivamente, espone la sua salute a rischi non solo nell’immediato ma, soprattutto, negli anni futuri. Solitamente, di fronte al pericolo di una malattia o al pensiero che il loro nipotino  sarà costretto in futuro a severe rinunce alimentari, il discorso diventa comprensibile e viene sposato in modo repentino. Un consiglio, tuttavia, è quello di non pretendere da loro eccessivo rispetto delle regole: qualche eccezione si può concedere.

Cosa possono fare i nonni per prevenire l’obesità infantile dei nipoti?

Se il bimbo è abituato a pranzare o cenare con i nonni, per esigenze lavorative dei genitori, è importante che alla nonna vengano fornite indicazioni precise sulle porzioni. In età infantile la dieta non può escludere nessun alimento ma deve basarsi sull’offrire dosi di cibo adeguate e non in eccesso. La nonna che sostiene di regolarsi “ad occhio” difficilmente riempirà il piatto del nipotino per difetto. Un altro consiglio importante, da dare ai nonni, è quello sulla merenda. Se, con gentilezza, si chiede ad una nonna di preparare una torta casalinga, genuina, perché si preferisce che il bimbo mangi quella anziché le merendine preconfezionate, si otterranno due benefici: la felicità e l’orgoglio della nonna ed una merenda sana per il bimbo, senza togliergli il piacere del dolce. Infine, se il nonno è in gamba e va spesso a fare dei giri a piedi, anche solo per fare la spesa, incitiamolo a portare con sé il nipotino: si faranno compagnia ed il bimbo farà un po’ di sano movimento.

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