L’alimentazione è un momento importante nella quotidianità del paziente Alzheimer, perché con l’avanzare dell’età il corpo mette in moto diversi cambiamenti fisiologici a cui la dieta si deve adattare.

Grazie all’intervento della Dottoressa Sabrina Rossi, Geriatra, Consulente Nutrizionale e Responsabile Sanitaria Residenza per Anziani Il Ronco, in questo ultimo webinar di Fermata Alzheimer vogliamo dare ai caregiver e a chi ha una relazione di cura con una persona affetta da demenza, alcuni piccoli consigli su una dieta bilanciata che favorisca il benessere dei pazienti. Alimentazione: il benessere inizia a tavola chiude i sei incontri che il Gruppo Korian ha realizzato e pubblicato sul suo portale SpazioSalute, fruibili in modo completamente gratuito previa registrazione. Approfondiamo come cambia il corpo dell’anziano e quali accorgimenti seguire durante l’alimentazione del paziente Alzheimer.

Con l’invecchiamento quali cambiamenti fisiologici nascono?

Quando il corpo invecchia si innescano dei cambiamenti fisiologici comuni alla maggior parte degli anziani, comprese le persone affette da Alzheimer. Questi mutamenti impattano anche la nutrizione, e nello specifico sono:

  • una riduzione della statura;
  • una diminuzione del peso;
  • una riduzione della massa magra muscolare ed ossea, anche a causa dell’osteoporosi;
  • un aumento della massa grassa.

Inoltre, invecchiando si manifestano riduzioni ed alterazioni del gusto e la perdita della dentizione: tutti fattori che influiscono sulla masticazione ed ingestione dei cibi.

L’invecchiamento che conseguenze nutrizionali comporta?

Con l’avanzare dell’età aumenta il rischio di malnutrizione, che consiste nella mancanza o nella perdita di assimilazione dei componenti essenziali dei cibi e in un minore assorbimento dei nutrienti. Ad esempio, è comune la malnutrizione proteico energetica, in cui si assorbono meno proteine e si ha quindi una carenza energetica. Contrariamente, se la condizione di malnutrizione è causata da un’accelerazione metabolica, il corpo del malato brucia più calorie ed energia del dovuto. Questo succede in situazioni quali la febbre, i traumi, le infezioni.

È importante sottolineare che la malnutrizione porta alla perdita della massa muscolare e ad altre patologie. Le cause in letteratura vengono riassunte nelle 9 D: diseases – malattie croniche, depression – depressione, dementia – demenza, drugs – termine inteso come farmaci, diarrea, disfagia, disgiausia, che indica un’alterata percezione del gusto, dentition – dentizione, e infine disfuncition – un problema socio economico che non permette al paziente e alla famiglia di provvedere con cibi sani e una dieta equilibrata.

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Quali sono gli accorgimenti dietetici per garantire una corretta alimentazione ai pazienti Alzheimer?

La Dottoressa Rossi specifica che l’alimentazione dei pazienti Alzheimer deve essere equilibrata, senza escludere nessun tipo di cibo. Tuttavia, bisogna prestare attenzione ad alcuni accorgimenti. Ad esempio, l’introito delle proteine deve essere costante e sollecitato nel paziente: le proteine si trovano nelle carni animali, nei latticini, nelle uova etc. Da preferire è la carne bianca e quella del pesce, perché più nutrienti e meno grasse. Per aiutare l’alimentazione degli anziani affetti dalla malattia d’Alzheimer si deve considerare che molti fanno fatica a masticare: possiamo proporre delle polpette o della carne macinata, oppure un piatto completo di pasta come la pasta al ragù, la lasagna o la crespella. Questo piccolo trucco facilita gli anziani ad ingerire le proteine senza addentare bistecche e grandi pezzi di carne.

Altro importante componente della dieta è dato dal grasso, che deve essere polinsaturo e quindi proveniente da fonti vegetali come l’olio extravergine, la frutta secca o anche alcuni pesci.

Ma il nutriente che spesso causa più problematiche è il carboidrato. Nell’anziano abbiamo specificato che è presente un’alterazione metabolica sull’assorbimento dei carboidrati, che a volte si traduce in forme di diabete. Proprio per questo motivo, i carboidrati da privilegiare nell’alimentazione per i pazienti Alzheimer sono quelli complessi, come gli integrali.

Infine, è importante per l’anziano assumere fibre da frutta e verdura fresche, cibi che spesso non vengono consumati dagli anziani per colpa della difficile masticazione.

Il pasto può essere un momento di benessere?

Il malato può avere delle problematiche legate al momento del pasto per via della sua capacità cognitiva alterata. Nello specifico può non riconoscere il cibo e gli strumenti usati sulla tavola. Per questo la tavola si apparecchia ad hoc, creando un ambiente tranquillo e sereno con pochi stimoli sonori. La televisione deve rimanere spenta e sarebbe meglio allontanarsi da rumori fastidiosi come il traffico cittadino o i cantieri.

Altro aspetto da considerare è il non mettere fretta al paziente ma lasciare che segua i suoi tempi. Adottare un approccio empatico e rilassato, senza scatti d’ira e frustrazione da parte del caregiver è la scelta migliore. Al paziente va lasciata la sua autonomia: è quindi preferibile non imboccarlo, se non quando è strettamente necessario.

L’uso del colore è importante perché il bianco non viene riconosciuto: allora sarà opportuno servirsi di stoviglie, posate e bicchieri colorati, meglio in plastica o addirittura protesiche.

L’accorgimento ultimo da osservare è quello di non stressare il paziente con oggetti inutili sulla tavola e lasciare che sia apparecchiata in modo essenziale.

L’alimentazione interviene nella prevenzione di patologie?

Si, perché come dice il detto “noi siamo quello che mangiamo”. Una corretta alimentazione previene alcune malattie come quelle cardiovascolari, ma anche forme di demenza vascolare. La dieta e le buone abitudini alimentari sono importanti, per il corretto equilibrio psico fisico, abbinate ad attività fisica.

Alimentazione e disfagia: consigli utili

La disfagia consiste in una difficoltà di deglutizione che interviene nell’invecchiamento e nella fase acuta della demenza senile. Colpisce i centri motori e i nervi coinvolti nella deglutizione, e il rischio che si corre è il soffocamento e un’insufficienza respiratoria. Nell’alimentazione del paziente Alzheimer che soffre di disfagia serve dare cibi adeguati e principalmente omogenei, frullati e dalla consistenza cremosa senza elementi solidi. Da evitare sono quei cibi a doppia fase come la pastina o il minestrone perché il liquido e il solido hanno momenti diversi di deglutizione.

Ringraziamo la Dottoressa Sabrina Rossi per essere stata nostra ospite. Per rivedere tutti i webinar di Fermata Alzheimer potete consultare il nostro SpazioSalute registrandovi gratuitamente.

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