Per creare un percorso di cura efficace, finalizzato al benessere e alla felicità della persona nella sua quotidianità, occorre indagare e scoprire più informazioni possibili legate alla sua vita. Un’azione fondamentale soprattutto quando gli strumenti finalizzati ad ottenere importanti risultati sono le Terapie Non Farmacologiche, che consentono l’impiego di tecniche utili a rallentare il declino cognitivo e funzionale e controllare i disturbi del comportamento, compensando le disabilità causate dalla malattia.

Proprio come farebbe un vero investigatore, i nostri medici, psicologi ed operatori che si impegnano nel benessere dell’Ospite attraverso le TNF non smettono mai di ricercare aspetti, tracce e sfumature del suo passato e dei suoi trascorsi.

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Immagine da “I sogni non invecchiano”, il calendario Korian per il 2020

La via da seguire per un percorso di cura individualizzato deve infatti essere concreta, basata sulla conoscenza e sulla scoperta della persona, perché per la sua felicità nulla deve essere lasciato al caso. Tutti gli ambulatori prevedono infatti da sempre percorsi terapeutici personalizzati, ricercati e studiati in base alle caratteristiche, al target e alle problematiche della singola persona. L’applicazione delle Terapie Non Farmacologiche si pone in questo senso pienamente in linea con la filosofia del Gruppo Korian di inserire la persona anziana al centro del servizio.

In questo senso proprio le TNF hanno il compito di porre la persona, con le sue disabilità crescenti, all’interno di un ambiente che sappia regalarle gioia e benessere, compensando le sue mancanze senza sottolinearle.

Quello delle TNF è dunque un Mondo imprescindibile per la serenità della persona. Per scoprirne natura, campi e modalità di applicazione, abbiamo parlato con la Dottoressa Mariavittoria Beato, Psicologo-Psicoterapeuta presso la Residenza per Anziani e Cure Intermedie Ippocrate.

 

Come possiamo definire le Terapie Non Farmacologiche? 

Gli interventi non farmacologici sono strumenti di cura complementari che hanno lo scopo di sostenere ed attivare le potenzialità residue dell’individuo. Si caratterizzano per il coinvolgimento attivo della persona, agendo sulle sue sfere cognitiva, comportamentale, sensoriale, emozionale e relazionale. È fondamentale che l’intervento non farmacologico venga individualizzato e scelto in base alle caratteristiche dell’Ospite, della sua storia di vita, ma anche dei suoi interessi e capacità. L’intervento con approcci alternativi e relazionali mira ad accrescere il benessere della persona fragile grazie all’accettazione della sua personalissima realtà.

Quali sono gli obiettivi? 

Gli obiettivi si legano direttamente al mantenimento delle abilità e della partecipazione alle attività della vita quotidiana. L’importante è non fare sperimentare alla persona fragile sensazioni di fallimento ed inadeguatezza: non sentirsi giudicato, corretto, interrotto, ma lasciare che possa esprimersi anche se ciò dovesse avvenire in assenza di comunicazione.

Quali capacità vengono stimolate? 

Le TNF presenti nelle strutture Korian sono efficaci strumenti che hanno l’obiettivo di stimolare differenti capacità. Terapie ed attività come Reminiscenza, Memory-cards, Empathy box, Reality Orientation Therapy (R.O.T). agiscono sulle capacità cognitive e sensoriali. Su quelle cognitive-motorie è importante l’azione di Silverfit e Formacube, senza poi dimenticare Doll Therapy, Musicoterapia ed Arteterapia che hanno l’importante ruolo di contenimento dei disturbi del comportamento come wandering, affaccendamento, aggressività, agitazione psicomotoria, allucinazioni e deliri.

Quanto possono aiutare a contrastare il declino cognitivo? 

Questi trattamenti riabilitativi hanno lo scopo di allenare la memoria. Alcuni si fondano sul recupero dei ricordi, come la Reminiscenza che stimola la memoria autobiografica, mentre altri stimolano e potenziano le capacità prassiche (cognitive funzionali) con la manipolazione degli oggetti come nella Empathy box, ossia scatole dei ricordi riempite di oggetti ed affetti personali. La R.O.T. si propone come riabilitazione e riattivazione in persone affette da demenza che presentano iniziali deficit mnesici ed episodi confusionali con disorientamento temporale e spaziale. L’obiettivo di questa attività vuole essere anche quello di ridurre la tendenza all’isolamento.  La relazione con le persone che convivono con la demenza vede il privilegiare di quelle attività che sono proposte con modalità ludiche e relazionali, in cui il coinvolgimento è adattato ed individualizzato per diminuire lo stress ed aumentare il benessere. Il Formacube, che è uno strumento di stimolazione cognitivo/funzionale costituito da cubi di diversi colori che possono essere utilizzati in vari modi e diversi livelli di difficoltà per promuovere tali abilità in modo ludico, stimola le capacità cognitive con l‘attivazione della percezione visuo-spaziale. Un altro strumento di stimolazione cognitivo-funzionale, che promuove le abilità cognitive mediante esercizi di gruppo, è il Silverfit. Questa TNF utilizza un sistema di realtà virtuale per la terapia motoria-funzionale per far iniziare un percorso volto alla riabilitazione di grossi distretti muscolari e per migliorare le capacità della vita quotidiana (ADL). Il Silverfit infatti stimola sia la dimensione funzionale che quella cognitiva in quanto il contenuto dei giochi è focalizzato su abilità come attenzione, concentrazione e calcolo attraverso esercizi di ragionamento.

A quale tipologie di pazienti sono applicabili? 

Si applicano a persone fragili con capacità cognitive o fisiche molto impoverite, ma anche ad anziani con patologie dementigene in cui si evidenziano confusione, disorientamento, perdita delle capacità funzionali ed incapaci di svolgere le attività della vita quotidiana in autonomia come lavarsi, vestirsi, mangiare etc. Sono strumenti di cura in cui la relazione che si crea facilita l’entrare in contatto con l’altro, in particolare modo nelle fasi iniziali di malattia in cui non sempre è già chiara una diagnosi. Possiamo fare riferimento quindi all’invecchiamento in generale, e alle perdite che ne conseguono, in cui il passare degli anni offre dei nuovi percorsi cognitivi e relazionali anche in assenza di malattia.

In che modo sono funzionali al paziente malato di Alzheimer? 

Con le TNF accompagniamo la persona fragile attraverso un percorso personale, che offra benessere e migliori la sua qualità di vita. Le funzionalità delle TNF permettono di migliorare l’immagine di Sé e quindi la propria autostima, ma sono anche funzionali a controllare o compensare le disabilità causate dalla malattia andando a diminuire, laddove possibile, il carico farmacologico. Senza dimenticare l’importante apporto nella stimolazione delle funzioni cognitive e della capacità di relazionarsi con altre persone favorendo lo sviluppo di creatività e socialità della persona malata con operatori, familiari e altre persone malate. 

Quanto contano la preparazione e l’entusiasmo del caregiver? 

Nella relazione entusiasmo e motivazione possono davvero fare la differenza. Valorizzare ogni attimo trascorso con le persone disorientate in cui autenticità, passione ed empatia fanno da cornice alla relazione, offre a queste persone fragili l’occasione per sentirsi “vive”, utili e in contatto con Sé e l’altro.

Reputa che quello delle TNF sia un ambito su cui si debba ancora investire dal punto di vista della ricerca? 

Certamente! In particolar modo per quanto riguarda le malattie neurodegenerative. Ad oggi infatti sappiamo che non esiste una cura farmacologica in grado di curare o fermare il decorso della malattia. Il percorso prevede attività assistenziali e riabilitative che hanno l’obiettivo di mantenere autonome il più a lungo possibile attività primarie della vita quotidiana come lavarsi, vestirsi, mangiare. Ma anche attività essenziali come il riposo, il sonno, il movimento, la comunicazione ed attività significative come il gioco, la socializzazione e la stimolazione cognitiva.

 

 

 

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