Sindrome da immobilizzazione e sindrome ipocinetica sono davvero la stessa cosa? Prima di scoprirlo in questo contenuto di approfondimento, è comunque bene specificare che entrambe le condizioni possono comportare effetti negativi sulla salute.

Le persone che rimangono immobili per un lungo periodo di tempo, ad esempio durante una degenza in ospedale o durante il recupero da un infortunio corrono infatti il rischio di sviluppare queste due problematiche molto comuni tra gli anziani. Queste possono causare una riduzione della qualità della vita e una limitazione delle attività quotidiane: per questo motivo, è importante prevenirle partendo da conoscenza e consapevolezza dei rischi.

Che cos’è la sindrome da immobilizzazione?

La sindrome da immobilizzazione è una condizione che si verifica quando una persona rimane immobile per un lungo periodo di tempo, ad esempio a seguito di una lesione o di una malattia che ne limita il movimento. Questo può di fatto causare una serie di problemi di salute, tra cui la perdita di massa muscolare, la diminuzione della densità ossea, la riduzione della circolazione sanguigna e il rischio di trombosi venosa profonda.

In alcuni casi, la sindrome da immobilizzazione può anche determinare problemi psicologici, come ansia, depressione e perdita di autostima. Per prevenire la sindrome da immobilizzazione è dunque importante mantenere un adeguato livello di attività fisica e di esercizio muscolare, specialmente nelle persone a rischio. Soprattutto in caso di degenza in ospedale o di recupero da un infortunio duraturo, il nostro consiglio è quindi necessariamente quello di seguire le indicazioni del vostro medico e del fisioterapista per evitare ulteriori spiacevoli conseguenze.

Quali sono le differenze tra sindrome da immobilizzazione e sindrome ipocinetica?

Molto spesso si pensa che sindrome da immobilizzazione e sindrome ipocinetica siano sinonimi: in realtà sono due condizioni correlate alla riduzione dell’attività fisica, ma presentano una differenza significativa. Se la prima è associata ad una immobilizzazione prolungata del corpo, la sindrome ipocinetica si verifica invece quando una persona ha una riduzione dell’attività fisica, ma non necessariamente si trova in una condizione di immobilizzazione completa. Ad esempio, questa può verificarsi in individui sedentari o in persone che hanno un lavoro di natura statica. La sindrome ipocinetica può in questo senso causare una serie di problemi di salute, tra cui l’obesità, la ridotta capacità cardiorespiratoria, la perdita di massa muscolare e l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari.

Cosa provoca la sindrome da immobilizzazione?

La sindrome da immobilizzazione può essere causata da una varietà di fattori, ma l’effetto principale è senza dubbio quello di limitare o eliminare l’attività muscolare. La riduzione dell’attività muscolare può portare di conseguenza a una serie di problemi di salute come la perdita di massa muscolare, la riduzione della densità ossea, la riduzione della circolazione sanguigna, ma anche della capacità cardiorespiratoria, fino ai fastidiosi problemi gastrointestinali. Una serie di spiacevoli problemi di salute che ci confermano inevitabilmente l’importanza reale di prevenirla o trattarla il prima possibile. L’attività fisica regolare può in questo senso rappresentare un’arma utile a prevenire questa sindrome, al pari delle tecniche di riabilitazione e di terapie per mantenere la funzione muscolare e cardiovascolare.

Quali sono invece le cause della sindrome ipocinetica?

Per quello che riguarda invece le cause della sindrome ipocinetica, alla base c’è sicuramente una riduzione dell’attività fisica e dell’esercizio muscolare. Questo può essere determinato da uno stile di vita sedentario, ma anche da una professione che non consente molti spostamenti all’interno della quotidianità, oltre che da infortuni e malattie. A queste cause maggiormente “pratiche” se ne aggiungono due invece più naturali: l’invecchiamento e la fragilità psicologica. Con l’avanzare dell’età, infatti, molte persone tendono ad avere un livello ridotto di attività fisica, il che può portare alla sindrome ipocinetica, mentre alcune condizioni psicologiche, come la depressione o l’ansia, possono condurre anch’esse ad una riduzione dell’attività fisica e di fatto allo stesso epilogo.

Sindrome ipocinetica riabilitazione: cosa prevedere e come organizzarsi

La riabilitazione della sindrome ipocinetica prevede un approccio multidisciplinare e personalizzato, che tiene conto delle specifiche esigenze e condizioni dell’individuo. Inoltre, si tratta di un processo graduale e costante, che richiede la collaborazione attiva del paziente e del team di specialisti che lo segue. L’obiettivo della riabilitazione della sindrome ipocinetica è sicuramente quello di migliorare l’attività fisica e di aumentare la forza muscolare, per ridurre i sintomi e prevenire le complicazioni ad essa associate. Tra le possibili tecniche e terapie utilizzate nella riabilitazione della sindrome ipocinetica figurano:

  • Esercizi di mobilizzazione articolare e di stretching, che possono aiutare a mantenere la flessibilità articolare e prevenire la rigidità muscolare.
  • Leggeri esercizi di potenziamento muscolare, finalizzati a migliorare la forza muscolare e la resistenza fisica.
  • L’esercizio aerobico, attraverso piccole passeggiate, può aiutare a migliorare la circolazione sanguigna, aumentare la capacità cardiorespiratoria e prevenire le complicanze cardiovascolari.
  • Terapie fisiche come la fisioterapia e la terapia occupazionale possono aiutare a migliorare la funzionalità muscolare e a ridurre i sintomi della sindrome ipocinetica.
  • Una dieta equilibrata e adeguata può aiutare a migliorare la salute generale e prevenire spiacevoli complicanze.
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