In occasione della Festa dei Nonni, intervistiamo gli Ospiti di Korian e scopriamo le loro storie di una vita normale e straordinaria insieme. Oggi conosciamo la Signora Michelina:

Di chi parliamo? Sig.ra Posla Michelina, nata alle 14.00 del giorno di S. Valentino del 1921.

Racconto della sua infanzia: Frequenta la scuola fino al primo anno di magistrali (odiava italiano e latino ma ricorda ancora molte poesie) ma poi abbandona gli studi perché preferisce dedicarsi alla sua passione, il cucito. Inizia quindi l’attività di sarta (vorrebbe ricamare anche adesso ma “ci vedo male e non posso più farlo”).

Racconto della sua famiglia: La mamma faceva camicie da uomo e, durante la guerra, iniziano a cucire fodere per materassi destinati ai soldati che combattevano in Russia e Africa (il fratello si recava all’Arsenale a Pavia per ritirare la stoffa e riportava indietro le fodere pronte in bicicletta, dentro un cestino). Inizia poi a lavorare in una fabbrica di valvole, dove rimane per 35 anni (racconta che durante la guerra lavoravano anche di notte).

Alcuni ricordi della guerra: Ricorda ancora i bombardamenti notturni a Pavia e racconta che i pavesi avevano soprannominato i bombardieri “Pippo”.

Ricordo della sua famiglia: Sino al matrimonio ha vissuto in casa con i genitori, poi solo con la madre. Sul posto di lavoro conosce suo marito; ora, però, è vedova e non ha figli. Racconta di come fosse legata al suo fratello a sua nuora, anch’essi, purtroppo deceduti.

La vita in RSA: è lei stessa a decidere di trasferirsi in RSA, per non dare troppe preoccupazioni al nipote (figlio del fratello) e alla nuora, con i quali ha vissuto a seguito della morte del marito. Riceve frequenti visite in RSA dai familiari.

Chi è Michelina: è appassionata di storia e geografia. Durante il colloquio mi racconta del disastro aereo di Punta Raisi e mi chiede se hanno finalmente costruito il Ponte sullo Stretto
Tiene molto a piccole mansioni sul piano. Se vedesse meglio, vorrebbe ricamare ancora con l’uncinetto anche perché, dice “posso usarlo perché non è un corpo contundente”.
Chiude l’intervista dicendo: “Pensa un po’, adesso che sono quasi alla fine sono diventata importante!”.

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