Il prolasso uterino è un disturbo che affligge milioni di donne in Italia. Tale patologia altro non è se non la conseguenza di un eccessivo indebolimento del pavimento pelvico, ovvero il sistema di muscoli e tessuti che sostiene gli organi pelvici quali l’utero, l’intestino retto, l’uretra o la vescica permettendo loro la stabilità necessaria a mantenersi nella loro collocazione originale.

prolasso uterino

Tale disturbo può colpire donne di tutte le età, ma è particolarmente diffuso in coloro che hanno già fatto il loro ingresso nella menopausa e che hanno avuto più gravidanze e conseguenti parti vaginali. Infatti, tra le cause scatenanti del prolasso uterino troviamo lo sforzo generato dalle contrazioni di più parti naturali e la ridotta produzione di estrogeni che subentra durante la menopausa. Questi ormoni, infatti, aiutano a rafforzare il pavimento pelvico e quando la loro produzione si riduce cedimenti e lacerazioni divengono più probabili.

Ma cosa intendiamo esattamente quando parliamo di prolasso uterino? Ciò che si designa con questo termine è lo spostamento dell’utero dalla sua sede originale ed il suo conseguente ingresso nella vagina a diversi livelli, fino al terzo grado di gravità del disturbo che conduce alla definitiva fuoriuscita dell’organo dal canale vaginale. Ulteriori complicanze connesse al prolasso uterino possono essere ulcere vaginali dovute allo sfregamento del corpo estraneo contro le pareti della vagina, il prolasso di altri organi pelvici quali la vescica (cistocele) o il retto (rettocele). Inoltre, l’assenza dell’utero che funge, normalmente, da barriera tra retto e vescica  è all’origine di problematiche come l’incontinenza urinaria o la stipsi ostinata che a loro volta possono causare infezioni.

Tuttavia, data la scarsità di sintomi espliciti quando ancora si è nella prima fase del prolasso uterino, induce molte donne a sottovalutare il problema e a non considerare le perdite urinarie, le secrezioni o i sanguinamenti vaginali e il dolore durante i rapporti sessuali come le avvisaglie di un problema che può condurre ad un intervento chirurgico per essere definitivamente risolto.

In ogni caso, non bisogna avere alcun timore, dal momento che l’ormai vastissima diffusione del prolasso uterino tra la popolazione femminile italiana fa si che stiano nascendo ambulatori ad esso dedicati, come all’interno della Casa di Cura Sant’Elena di Kinetika Sardegna dove il Centro per il Trattamento del Prolasso Genitale dell’Unità Opertaiva di Ginecologia è ormai in grado di debellare tale disturbo nelle sue forme più gravi con l’intervento chirurgico di tipo POPS (Pelvic Organ Prolaps Suspension), un’operazione chirurgica di tipo laparoscopico minimamente invasiva che consiste nell’applicazione di una benda di sostegno a livello sottoperitoneale che ricolloca l’utero nella sua corretta sede permettendo la sua conservazione ed evitando l’insorgere di tutte le problematiche di tipo sessuale connesse alla sua asportazione. Tutto ciò si verifica senza dover incidere e dunque praticare aperture in nessuna parete dell’addome, ma al contrario inserendo un laparoscopio al suo interno attraverso un’incisione praticata nell’ombelico del paziente.

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