Wandering che cos’è e come lo si affronta con gli anziani?
Il termine Wandering, sempre più diffuso nel contesto dell’assistenza agli anziani con demenza, indica un comportamento molto comune tra le persone affette da Alzheimer e altre forme di decadimento cognitivo. Ma il Wandering che cos’è, esattamente? Non si tratta di un semplice camminare senza meta, ma di un bisogno impellente, spesso incontrollabile, di muoversi e spostarsi, anche in momenti o luoghi poco sicuri.
Molti caregiver riconosceranno la scena: il proprio caro che tenta di uscire di casa da solo, magari di notte, o che attraversa più volte le stanze senza una meta apparente. Questo Wandering può generare grande preoccupazione, soprattutto se l’anziano si allontana senza avvisare, rischiando di perdersi o mettersi in pericolo. Ma è importante sapere che questo comportamento, per quanto destabilizzante, non è raro né inspiegabile: spesso è legato a un ricordo sfocato (come “devo andare al lavoro”) o a sensazioni di disagio, fame, sete, disorientamento.
Comprendere il Wandering significa affrontarlo con più serenità. E sapere che non sempre è possibile fermarlo, ma si può gestirlo in sicurezza: con strategie ambientali, tecnologie di monitoraggio, routine rassicuranti. L’obiettivo di questo articolo è offrire un supporto concreto a chi vive questa realtà ogni giorno, fornendo strumenti e consigli utili per proteggere gli anziani e ridurre l’ansia di chi se ne prende cura.
Wandering significato: un termine sempre più ricorrente di cui essere consapevoli
Il significato di Wandering è letteralmente “vagare” o “camminare senza meta”, ma nel contesto geriatrico assume una connotazione molto specifica. Si parla infatti di Wandering per indicare quei movimenti incontrollati o continui messi in atto da anziani con Alzheimer o altre demenze, spesso senza uno scopo apparente e, soprattutto, senza la consapevolezza del pericolo.
Conoscere il significato del Wandering è il primo passo per affrontarlo con consapevolezza. Non si tratta di un comportamento bizzarro o irrazionale, ma della manifestazione concreta di uno stato mentale alterato, che va monitorato e gestito, senza giudizio ma con attenzione.
Che cos’è il Wandering: un fenomeno da mantenere monitorato
Proviamo a mettere ordine. Nel concreto, il Wandering che cos’è? Di fatto si tratta di un comportamento ripetitivo, legato all’esigenza, reale o percepita, di raggiungere un luogo o risolvere un disagio. Spesso il malato non riesce a esprimere con chiarezza la motivazione del suo movimento, ma ciò non significa che stia “camminando a vuoto”. Può cercare un familiare, voler tornare nella sua vecchia casa, o semplicemente sentirsi agitato e sfogare quell’ansia nel movimento.
Il Wandering negli anziani non va mai sottovalutato: può sembrare innocuo, ma se non gestito correttamente può portare a cadute, disorientamento o allontanamenti pericolosi. Per questo è importante riconoscerlo subito, comprenderne le cause e attuare misure preventive e di sicurezza personalizzate.
Wandering negli anziani: 5 cose importanti da sapere per la loro gestione
Il Wandering negli anziani è senza dubbio una sfida delicata, ma con la giusta preparazione è possibile affrontarlo in modo sereno. Ecco cinque aspetti fondamentali da conoscere:
- Non è colpa loro
Il comportamento erratico è causato dalla malattia, non da una volontà deliberata dell’anziano. Evitare il giudizio aiuta a gestire meglio le situazioni. - Spesso ha una motivazione interna
Il malato può sentirsi confuso, cercare qualcosa, rivivere routine passate o voler colmare un vuoto emotivo. Osservare i segnali può aiutare a capire. - Serve un ambiente sicuro
Installare sensori, campanelli sulle porte, chiusure sicure e luci notturne può ridurre i rischi legati all’allontanamento non controllato. - Le routine riducono l’agitazione
Orari stabili per pasti, riposo e attività rassicuranti danno ritmo e prevedibilità, diminuendo la necessità di vagare. - Monitoraggio e tecnologia possono aiutare
Esistono dispositivi GPS, braccialetti identificativi e app per localizzare l’anziano, in caso di uscita non autorizzata.
Wandering e Alzheimer: i consigli di Korian
Molto spesso questa problematica si lega alla perdita di memoria. Il legame tra Wandering e Alzheimer è infatti reputato molto stretto, tanto da rendere questo fenomeno uno degli aspetti più difficili da affrontare nella vita quotidiana di chi assiste un malato.
Fortunatamente in strutture come quelle del Gruppo Korian, specializzate nella gestione di pazienti affetti da demenza, si adottano approcci multidisciplinari per garantire sicurezza e serenità.
Tra i consigli pratici che desideriamo fornirvi, è a nostro avviso fondamentale sottolineare l’importanza di:
- ambienti progettati in modo da ridurre confusione e pericoli (colori rilassanti, percorsi guidati, assenza di barriere visive);
- personale formato per gestire il disorientamento con empatia;
- coinvolgimento attivo dei familiari nel piano di assistenza, con incontri informativi e supporto psicologico.
La gestione del Wandering nell’Alzheimer richiede insomma pazienza, strategie flessibili e attenzione continua. Ma con il giusto accompagnamento, è possibile garantire dignità e sicurezza, sia al malato che a chi se ne prende cura.